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Cina: forza motrice principale del socialismo mondiale

Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli

Cina: forza motrice principale del socialismo mondiale

Oltre alla contraddizione principale su scala planetaria tra imperialismo occidentale, egemonizzato dagli USA, e gli stati- popoli che con crescente forza si oppongono alla ricerca del dominio mondiale di Washington, continua ad operare globalmente ai nostri giorni anche la contraddizione tra socialismo e capitalismo: e la Cina prevalentemente costituisce la leva principale del comunismo e  del marxismo contemporaneo, come hanno ben dimostrato anche i due recenti esempi concreti nel rapporto tra Pechino con Cuba e la Palestina.

Per quanto riguarda il primo aspetto è riferendosi agli aiuti materiali inviati questo aprile dalla Cina all’ eroica Cuba rivoluzionaria, l’AntiDiplomatico ha sottolineato come “nel contesto delle recenti sfide alimentari e socio-economiche che affliggono Cuba, l’arrivo del primo lotto di aiuti alimentari d’emergenza dalla Cina rappresenta un segno tangibile di solidarietà e amicizia tra le due nazioni. Il gesto della Cina non è solo un atto diplomatico, ma un simbolo di supporto concreto ai cubani in tempi di difficoltà, come evidenzia il quotidiano Global Times.

Cuba, già colpita dalle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina e dai cambiamenti climatici, si trova ora ad affrontare una difficile situazione a livello alimentare, aggravata dalle restrizioni commerciali imposte dagli Stati Uniti. L’embargo, una reliquia della Guerra Fredda, ha un impatto devastante sull’economia cubana e minaccia la sicurezza alimentare del popolo cubano.

In questo contesto di difficoltà, l’arrivo degli aiuti dalla Cina è un raggio di speranza. Questo sostegno non solo fornisce beni materiali essenziali come cibo e attrezzature mediche, ma rappresenta anche un messaggio di solidarietà e amicizia tra due nazioni che condividono una lunga storia di cooperazione.

La relazione tra Cina e Cuba va oltre la mera assistenza umanitaria. Si basa su una partnership solida e duratura, evidenziata dall’iniziativa “Belt and Road” che ha facilitato scambi economici e commerciali tra le due nazioni. Questa cooperazione ha portato benefici tangibili ai cittadini di entrambi i paesi e ha ricevuto l’apprezzamento di numerosi paesi latinoamericani, dimostrando il potenziale della solidarietà internazionale nell’affrontare le sfide globali”.[1]

Rispetto invece alle forze combattenti del popolo palestinese – non solo Hamas, ma anche l’intera sinistra della Palestina – il partito comunista svizzero ha evidenziato come “mentre la Casa Bianca pone veti su veti per impedire il cessate il fuoco e nelle cancellerie europee continua il silenzio di fronte al genocidio in Palestina ad opera del regime sionista, il governo cinese ha rilasciato una coraggiosa dichiarazione in cui afferma il diritto del popolo palestinese a impegnarsi nientemeno che nella lotta armata per la sua liberazione. Si tratta di un messaggio fortissimo per una diplomazia, quella cinese appunto, conosciuta per essere stato sempre (almeno negli ultimi 30 anni) molto cauta e moderata. La Cina peraltro continua teoricamente a difendere la linea dei “2 popoli 2 Stati”, ma di fronte al genocidio in corso e al fanatismo sionista ha deciso di schierarsi.

La Cina distingue la lotta armata di liberazione nazionale dal terrorismo

Il 22 febbraio, in occasione del secondo giorno di udienze della Corte internazionale di giustizia (CIG) sulle “conseguenze legali derivanti dalle politiche e dalle pratiche di Israele nei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est”, tenutesi all’Aia, in Olanda, Ma Xinmin, consigliere giuridico del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese, ha affermato, riferendosi ai risultati della “Guerra dei Sei Giorni” del giugno 1967, che sono passati 57 anni dall’inizio dell’occupazione da parte di Israele e che la natura illegale dell’occupazione e la sovranità sul territorio occupato rimangono immutate. Ai palestinesi non deve essere negata la giustizia: “La giustizia è stata a lungo ritardata, ma non deve essere negata” ha aggiunto. Su Al Jazeera, Ma Xinmin ha pure affermato che “l’uso della forza da parte del popolo palestinese per resistere all’oppressione straniera e completare la creazione di uno Stato indipendente è un diritto inalienabile”. Questo riconoscimento si riflette anche nelle convenzioni internazionali: ad esempio, la Convenzione araba per la soppressione del terrorismo del 1998 afferma “il diritto dei popoli a combattere l’occupazione e l’aggressione straniera con qualsiasi mezzo, compresa la lotta armata, al fine di liberare i loro territori e garantire il loro diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza”. In questo contesto – ha spiegato il diplomatico cinese – “la lotta armata si distingue dagli atti di terrorismo”.[2]

Si tratta di due fatti sicuri, ma non certo gli unici che confermano come la Cina prevalentemente socialista costituisca il perno e l’asse principale del movimento comunista e del marxismo del Ventunesimo secolo.

“Innanzitutto il numero attuale dei cinesi risulta pari a più di 1.400.000.000 e comprende quindi quasi un quinto dell’intero genere umano, mentre invece ad esempio lo splendido popolo del Laos con i suoi gentili e coraggiosi esseri umani raggiunge solo sette milioni di unità.

Altrettanto indiscutibile risulta il “fatto testardo” (Lenin) in base al quale l’estensione territoriale della Cina equivale a più di 9.500.000 chilometri quadrati, quindi oltre trenta volte l’Italia, mentre il Laos prevalentemente socialista si estende su una superficie di 236.000 km²: la Cina rappresenta il quarto paese nel mondo, in termini di superficie geografica.

Sul piano geopolitico la Cina Popolare risulta inoltre collocata quasi al centro del gigantesco continente asiatico e confina, o risulta molto vicina a nazioni importanti quali la Russia, l’India e il Giappone, il Pakistan e l’Afghanistan, il Vietnam e la penisola coreana, oltre alle grandi estensioni della Mongolia e del Kazakistan.

La Cina prevalentemente socialista dall’inizio del terzo millennio si rivela altresì ben posizionata, ormai da più di due decenni, all’interno della decisiva zona geoeconomica dell’Oceano Pacifico: un’area enorme e una rete proteiforme di interrelazioni produttive, commerciali e politiche che ormai rappresenta il “numero uno” a livello mondiale, come del resto aveva previsto in modo geniale Karl Marx fin dal 1850 e nel suo splendido scritto intitolato Spostamento del centro di gravità mondiale.

Rimanendo sempre nel settore dei “numero uno” globali, la Cina Popolare è diventata, come minimo fin dal 2014, la prima potenza economica del mondo in termini di prodotto nazionale lordo – a parità di potere d’acquisto – persino secondo le valutazioni della Banca Mondiale a guida occidentale e, stando anche alle stime più prudenti, rappresenta sicuramente la terza potenza militare del nostro pianeta”.[3]

Fatti testardi, avrebbe rilevato Lenin…


[1] ” Solidarietà sino-cubana: un ponte contro l’egemonia “, 7 aprile 2024, in lantidiplomatico.it

[2] “La Cina rompe gli indugi e si schiera con il popolo palestinese: la lotta armata contro il colonialismo è un diritto”, 2 marzo 2024, in sinistra.ch

[3] D. Burgio, M. Leoni e R. Sidoli, “Xi. Il pensiero di Xi Jinping come marxismo del XXI secolo”, p. 83-84, LAD Gruppo Editoriale

La modernizzazione cinese è la modernizzazione socialista guidata dal PCC

Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli.

Il compagno Xi Jinping nell’articolo che segue, datato settembre 2023, afferma tra l’altro che “con il marxismo come guida fondamentale il nostro Partito ha approfondito la sua comprensione delle leggi che sono alla base del governo di un partito comunista, dello sviluppo del socialismo e dell’evoluzione della società umana”: concetto e parole su cui dovrebbe, a nostro avviso, riflettere attentamente l’intera sinistra occidentale.

La modernizzazione cinese è la modernizzazione socialista guidata dal PCC

Il rapporto al 20° Congresso nazionale del PCC tenutosi nell’ottobre 2022 ha sottolineato che la modernizzazione cinese è la modernizzazione socialista perseguita sotto la guida del Partito Comunista Cinese. Questa è una definizione generale e fondamentale della modernizzazione cinese. Perché è importante sottolineare il ruolo guida del Partito nella modernizzazione cinese? Questo perché la leadership del Partito ha un’influenza diretta sull’orientamento fondamentale, sul futuro e sul successo finale della modernizzazione cinese.

La leadership del partito determina la natura fondamentale della modernizzazione cinese. La natura, lo scopo, la missione fondatrice, le convinzioni, le politiche e i principi del nostro Partito determinano che la modernizzazione cinese è una modernizzazione socialista e non una modernizzazione in qualsiasi altra forma. Nel socialismo con caratteristiche cinesi, il nostro Partito ha sostenuto i principi fondamentali del socialismo scientifico, dotandolo allo stesso tempo di caratteristiche cinesi distintive e di caratteristiche contemporanee. Il nostro Partito ha seguito con fermezza la via del socialismo con caratteristiche cinesi per garantire che la modernizzazione cinese avanzasse sulla strada giusta. Con il marxismo come guida fondamentale, il nostro Partito ha approfondito la sua comprensione delle leggi che sono alla base del governo di un partito comunista, dello sviluppo del socialismo e dell’evoluzione della società umana, aprire una nuova frontiera nell’adattare il marxismo al contesto cinese e alle esigenze dei nostri tempi e fornire una valida guida per la modernizzazione cinese. Il nostro Partito ha sostenuto e migliorato il sistema del socialismo con caratteristiche cinesi, ha ulteriormente modernizzato il sistema e la capacità di governo e ha formato un insieme di istituzioni che includono i sistemi fondamentali, basilari e importanti per il socialismo con caratteristiche cinesi, fornendo così una forte garanzia istituzionale per il costante progresso della modernizzazione cinese. Il nostro Partito ha inoltre sostenuto e sviluppato una cultura socialista con caratteristiche cinesi per accendere la creatività culturale dell’intera nazione, fornendo così una potente fonte di ispirazione per la modernizzazione cinese. È giusto dire che solo sostenendo con fermezza la leadership del Partito potremo creare un futuro luminoso e prospero per la modernizzazione cinese. Senza di esso, la modernizzazione cinese andrà fuori rotta, perderà la sua anima o addirittura comporterà errori catastrofici.

La leadership del partito garantisce che la modernizzazione cinese avanzi costantemente in linea con gli obiettivi prefissati. Il nostro Partito è rimasto fedele alla sua missione fondativa di ricerca della felicità per il popolo cinese e del ringiovanimento della nazione cinese, e ha integrato alti ideali con obiettivi graduali che, una volta fissati, ha tenacemente perseguito con incessante duro lavoro e dedizione. Dopo il lancio della riforma e dell’apertura nel 1978, siamo avanzati gradualmente e coerentemente verso i nostri obiettivi di costruzione di un moderno paese socialista e abbiamo arricchito e perfezionato questi obiettivi in ​​linea con l’evoluzione delle nostre pratiche. Sulla base di una revisione dei nostri risultati pratici e delle nostre esperienze nella riforma e nell’apertura e nella nuova era, abbiamo definito chiaramente gli obiettivi e i requisiti per lo sviluppo della Cina da raggiungere entro il 2035 e abbiamo elaborato un grande progetto per costruire un grande paese socialista moderno e promuovere il ringiovanimento nazionale in occasione del 20° Congresso Nazionale del nostro Partito. Da questo processo storico, è chiaro che la costruzione di un moderno paese socialista è stato un obiettivo coerente del nostro Partito ed è stato portato avanti di generazione in generazione, ottenendo risultati notevoli che sono entrati negli annali della storia.

La leadership del partito imprime un forte slancio per far avanzare la modernizzazione cinese. Le riforme e l’apertura sono state una mossa cruciale per rendere la Cina quello che è oggi. È anche parte integrante del successo della modernizzazione cinese. Dal lancio della riforma e dell’apertura, il nostro Partito, con azioni tempestive, ha costantemente trasformato quegli aspetti dei rapporti di produzione che erano fuori sincronia con le forze produttive e quegli aspetti della sovrastruttura che erano incompatibili con la base economica. Ha portato avanti riforme istituzionali a tutti i livelli e ha creato e sviluppato istituzioni e meccanismi robusti adatti alle condizioni della Cina contemporanea. Ciò ha liberato tutta la vitalità del lavoro, della conoscenza, della tecnologia, del management e del capitale e ha consentito a tutte le fonti di ricchezza sociale di fluire liberamente. Dal 18° Congresso Nazionale del PCC tenutosi nel 2012, il nostro Partito ha approfondito in modo completo le riforme con enorme coraggio politico. Abbiamo adottato un approccio orientato ai problemi e abbiamo osato sfidare acque inesplorate, affrontare problemi difficili, affrontare potenziali pericoli e affrontare nuove questioni e sfide. Abbiamo spezzato le catene del pensiero stantio, abbattuto le barriere erette da interessi acquisiti e rimosso gli ostacoli istituzionali in tutti i settori. La riforma si è trasformata da un insieme limitato di esplorazioni e scoperte in determinati settori in un’azione integrata portata avanti a tutti i livelli. Ciò ci ha visto effettuare trasformazioni storiche, sistemiche e olistiche in molti campi e creare una fonte inesauribile di slancio per la modernizzazione cinese. Abbiamo adottato un approccio orientato ai problemi e abbiamo osato sfidare acque inesplorate, affrontare problemi difficili, affrontare potenziali pericoli e affrontare nuove questioni e sfide. Abbiamo spezzato le catene del pensiero stantio, abbattuto le barriere erette da interessi acquisiti e rimosso gli ostacoli istituzionali in tutti i settori. La riforma si è trasformata da un insieme limitato di esplorazioni e scoperte in determinati settori in un’azione integrata portata avanti a tutti i livelli. Ciò ci ha visto effettuare trasformazioni storiche, sistemiche e olistiche in molti campi e creare una fonte inesauribile di slancio per la modernizzazione cinese. Abbiamo adottato un approccio orientato ai problemi e abbiamo osato sfidare acque inesplorate, affrontare problemi difficili, affrontare potenziali pericoli e affrontare nuove questioni e sfide. Abbiamo spezzato le catene del pensiero stantio, abbattuto le barriere erette da interessi acquisiti e rimosso gli ostacoli istituzionali in tutti i settori. La riforma si è trasformata da un insieme limitato di esplorazioni e scoperte in determinati settori in un’azione integrata portata avanti a tutti i livelli. Ciò ci ha visto effettuare trasformazioni storiche, sistemiche e olistiche in molti campi e creare una fonte inesauribile di slancio per la modernizzazione cinese. abbattuto le barriere erette da interessi acquisiti e rimosso gli ostacoli istituzionali in tutti i settori. La riforma si è trasformata da un insieme limitato di esplorazioni e scoperte in determinati settori in un’azione integrata portata avanti a tutti i livelli. Ciò ci ha visto effettuare trasformazioni storiche, sistemiche e olistiche in molti campi e creare una fonte inesauribile di slancio per la modernizzazione cinese. abbattuto le barriere erette da interessi acquisiti e rimosso gli ostacoli istituzionali in tutti i settori. La riforma si è trasformata da un insieme limitato di esplorazioni e scoperte in determinati settori in un’azione integrata portata avanti a tutti i livelli. Ciò ci ha visto effettuare trasformazioni storiche, sistemiche e olistiche in molti campi e creare una fonte inesauribile di slancio per la modernizzazione cinese.

La leadership del partito riunisce una forza potente per far avanzare la modernizzazione cinese. Il nostro Partito è profondamente consapevole che la modernizzazione cinese è un’impresa di centinaia di milioni di cinesi e quindi sono loro i principali attori di questo processo. Dobbiamo fare affidamento sul nostro popolo, rispettare la sua creatività e unire la sua saggezza e la sua forza per portare avanti la modernizzazione cinese. Sostenendo la linea di massa del Partito, ci siamo concentrati nel mettere le persone al primo posto, nel rispondere alle loro preoccupazioni, nel riflettere i loro desideri e nel migliorare il loro benessere quando si considerano i problemi, si prendono decisioni e si portano a termine le cose, in modo da garantire di ottenere il loro sostegno sincero per il nostro Teorie, linee guida, principi e politiche del partito. Abbiamo considerato l’aspirazione delle persone ad una vita migliore come il nostro obiettivo, abbiamo seguito un approccio di sviluppo incentrato sulle persone, ha lavorato duramente per garantire e migliorare il benessere pubblico e ha compiuto ogni sforzo per risolvere le difficoltà e i problemi urgenti che preoccupano maggiormente le persone, in modo che i vantaggi della modernizzazione cinese vadano a beneficio di tutto il nostro popolo in modo equo. Il nostro Partito ha portato avanti l’intero processo di democrazia popolare, ampliato i canali democratici, diversificato le forme di democrazia e incoraggiato la partecipazione ordinata delle persone agli affari politici, in modo da garantire che le persone partecipino in vari modi alla gestione delle questioni statali, economiche, culturali e affari sociali in conformità con la legge e investire grande entusiasmo nella modernizzazione con la sensazione di essere padroni di questo processo. Incoraggiando e ispirando le persone con la nostra visione della modernizzazione cinese, abbiamo effettivamente promosso l’armonia tra diversi partiti politici, gruppi etnici, religioni, strati sociali.

Questo è un estratto da un discorso tenuto in una sessione di studio per i nuovi membri e i membri supplenti del Comitato Centrale del PCC e per i principali funzionari a livello provinciale e ministeriale sullo studio e l’attuazione del pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era e le linee guida principi del 20° Congresso Nazionale del PCC, 7 febbraio 2023.

(Apparso originariamente sul Qiushi Journal, edizione cinese, n. 11, 2023)

“Perseguire il bene comune per tutti “

“Perseguire il bene comune per tutti “( Xi Jinping)

Pubblichiamo un articolo del compagno Xi Jinping comparso sulla rivista teorica Qiushi, nel quale si nota come la tendenza migliore all’interno della plurimillenaria continuità della creativa cultura cinese consista nel “perseguire il bene comune per tutti e raggiungere la pace universale”, guardando al “popolo come alla fondazione dello stato” e ” principi in armonia” con gli ideali e le convinzioni del comunismo e del socialismo ( Xi Jinping)

Buona lettura da parte di

Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli

Intervento al Convegno sul patrimonio e lo sviluppo culturale

XI JINPING

Oggi abbiamo convocato un incontro sul patrimonio culturale e sullo sviluppo. Prima di questo evento, ho visitato gli Archivi nazionali cinesi delle pubblicazioni e della cultura, di recente costruzione, e il Museo archeologico cinese presso l’Accademia cinese di storia e li ho trovati eccezionalmente interessanti.

Istituire sia l’Accademia cinese di storia che gli Archivi nazionali cinesi delle pubblicazioni e della cultura è stata una decisione di grande significato presa dal Comitato Centrale del PCC. La nazione cinese vanta un’eredità che abbraccia milioni di anni di umanità, dieci millenni di cultura e cinquemila anni di civiltà. La mia visita a questi due luoghi ha contribuito ad approfondire il mio apprezzamento per l’antica cultura cinese e la profonda profondità della civiltà cinese. Solo attraverso una comprensione globale e profonda della storia della civiltà cinese possiamo promuovere in modo più efficace la trasformazione creativa e lo sviluppo del meglio della cultura tradizionale cinese, spingere avanti con vigore il progresso della cultura socialista con caratteristiche cinesi e coltivare una moderna civiltà cinese. .

La cultura è fondamentale per la fondazione e il futuro di una nazione. Recentemente ho riflettuto costantemente sulla questione fondamentale della promozione della cultura socialista cinese e dello sviluppo di una moderna civiltà cinese. È proprio questo il motivo che ci ha portato a convocare oggi questo incontro. Qui vorrei affrontare tre punti chiave.

I. Sviluppare una profonda comprensione delle caratteristiche distintive della civiltà cinese

La cultura tradizionale cinese comprende una moltitudine di concetti significativi, inclusi gli ideali sociali di perseguire il bene comune per tutti e raggiungere la pace universale; principi di governance che considerano il popolo come fondamento dello Stato e governano in virtù; tradizioni di lotta per una grande unità nel Paese e di garanzia dell’unità nella diversità; valori di dedicarsi all’auto-coltivazione, alla gestione familiare, al governo dello stato e alla pace per tutti e assumersi i propri doveri per garantire il futuro della nazione; aspirazioni ad abbracciare il mondo con virtù e coltivare l’integrità; principi economici volti ad arricchire le persone, a migliorare la loro vita e a perseguire il bene più grande e gli interessi condivisi; idee ecologiche volte a promuovere l’armonia tra l’umanità e la natura e la coesistenza di tutti gli esseri viventi; pensieri filosofici di ricerca della verità dai fatti e di combinazione della conoscenza con l’azione; la mentalità di comprendere molteplici prospettive e cercare l’armonia attraverso la via di mezzo; e approcci comunicativi volti ad agire in buona fede e ad essere amichevoli con gli altri. Questi concetti collettivamente modellano le caratteristiche distintive della civiltà cinese.

La civiltà cinese si distingue per la sua continuità

La civiltà cinese è l’unica grande civiltà ininterrotta che continua ancora oggi in forma statale. Ciò afferma inequivocabilmente l’identità culturale e la robusta vitalità della civiltà cinese poiché ha risposto alle sfide e aperto nuovi orizzonti attraverso l’autosviluppo. I sentimenti radicati del popolo cinese per la madrepatria e il profondo senso della storia costituiscono un ideale per sostenere una grande unità e fornire sostegno spirituale per guidare la nazione cinese attraverso innumerevoli difficoltà nel percorso verso il ringiovanimento nazionale. Questa continuità impone intrinsecamente che la nazione cinese segua la propria strada. Se non fosse attraverso il prisma della sua lunga storia di continuità, non si sarebbe in grado di comprendere la Cina antica, la Cina contemporanea, per non parlare della Cina del futuro.

La civiltà cinese si distingue per la sua creatività

La civiltà cinese pone l’accento sull’abbandono di ciò che è obsoleto a favore del nuovo e sul progresso quotidiano. Incarna sia la profondità profonda che gli slanci dinamici in avanti. Continuità non significa essere stagnanti o inflessibili; al contrario, rappresenta una storia segnata da un progresso guidato dalla creatività. La nazione cinese abbraccia l’etica dell’auto-rinnovamento, come dice un antico detto “migliora te stesso in un giorno, fallo di giorno in giorno, e ci sarà un miglioramento quotidiano”. Questo spirito spinge il costante progresso materiale, etico-culturale e politico della nazione cinese, permettendole di ergersi a testa alta e salda come una delle civiltà più prospere e potenti nel corso di un lungo periodo storico. La creatività della civiltà cinese fa sì che essa sostenga la tradizione senza aggrapparsi al passato e rispetti l’antica saggezza senza ritornare al pensiero arcaico. Determina inoltre che la nazione cinese è coraggiosa nell’affrontare nuove sfide e nell’abbracciare cose nuove.

La civiltà cinese si distingue per la sua unità

La tradizione di lunga data di grande unità è alla base del suo impegno a sostenere l’unità nella diversità e a mantenere la solidarietà attraverso la centralità. La coesione interna volta a mantenere l’unità è sia un prerequisito che una conseguenza della continuità della civiltà cinese. Attraverso amare esperienze, il popolo cinese ha imparato che l’unità e la solidarietà portano prosperità, mentre la frammentazione nazionale e i disordini generano avversità. L’unità della civiltà cinese ha visto le sue varie culture etniche unirsi per creare un insieme coeso e rimanere strettamente unite anche di fronte a gravi battute d’arresto. Si forma una convinzione comune secondo cui l’integrità territoriale della Cina deve essere sempre preservata, non si deve mai permettere che il paese precipiti nel tumulto, la nostra nazione deve sempre rimanere unita e la nostra civiltà non deve mai essere interrotta. Sottolinea fermamente l’idea che l’unità nazionale rimane sempre al centro degli interessi nazionali e che una nazione solida e unificata è essenziale per il futuro di tutto il nostro popolo.

La civiltà cinese si distingue per la sua inclusività

Piuttosto che sostituire le diverse culture con un’unica monocultura, la civiltà cinese tenta di integrare varie culture in un arazzo condiviso, risolvendo i conflitti e forgiando consenso. Trascendendo le disparità regionali, i legami di parentela e le credenze religiose, il senso di identificazione con la cultura cinese ha trasformato con successo una nazione vasta e diversificata in una nazione che ama l’unità nella diversità. Più una civiltà diventa inclusiva, maggiore sarà il favore e il sostegno che otterrà, e più a lungo durerà. L’inclusività della civiltà cinese determina la direzione della nazione cinese verso la comunicazione, lo scambio e l’integrazione, nonché la coesistenza armoniosa di diverse credenze religiose nel paese. Definisce anche l’apertura mentale della cultura cinese nell’abbracciare e attingere ad altre culture.

La civiltà cinese si distingue per la sua tranquillità

Nel corso di cinquemila anni, la civiltà cinese ha sempre sostenuto la pace, l’amicizia e l’armonia. Sostiene l’applicazione dei principi morali per creare un mondo in cui il bene comune e gli interessi individuali coesistono armoniosamente e dà la priorità agli altri nelle relazioni sé-altro. Si oppone all’isolamento e a favore dell’interazione, sostiene la coesistenza e il progresso condiviso mentre si oppone alla coercizione, sostiene la pace attraverso l’armonia e rifiuta la legge della giungla. La pace intrinseca della civiltà cinese determina che la Cina lavorerà sempre per salvaguardare la pace nel mondo, contribuire allo sviluppo globale e sostenere l’ordine internazionale. La Cina resta impegnata a promuovere gli scambi e l’apprendimento reciproco tra diverse civiltà senza mai cercare l’egemonia culturale. La Cina non imporrà i suoi valori e le sue istituzioni politiche agli altri. È impegnato nella cooperazione piuttosto che nello scontro e non formerà mai blocchi su base partigiana.

II. Comprendere l’importanza di integrare i principi fondamentali del marxismo con le realtà specifiche della Cina e il meglio della sua cultura tradizionale

Date le profonde fondamenta della nostra venerabile civiltà vecchia di 5.000 anni, l’unica via per aprire la strada e sviluppare il socialismo cinese è integrare i principi fondamentali del marxismo con le realtà specifiche della Cina e il meglio della sua cultura tradizionale (“due integrazioni”). Questa conclusione sistematica è il risultato delle nostre approfondite esplorazioni del socialismo cinese. Abbiamo sempre sottolineato l’importanza dell’integrazione dei principi fondamentali del marxismo con le realtà specifiche della Cina e ora abbiamo ufficialmente portato avanti l’integrazione dei principi fondamentali del marxismo con la raffinata cultura tradizionale cinese. Come ho affermato una volta, senza la civiltà cinese vecchia di 5.000 anni, da dove verrebbero le caratteristiche cinesi? Se non fosse stato per queste caratteristiche, come avremmo potuto tracciare il percorso trionfante del socialismo cinese? Solo nel contesto di oltre 5.000 anni di civiltà cinese possiamo comprendere veramente la necessità storica, il significato culturale e i vantaggi unici del percorso cinese.

L’esperienza storica, sia positiva che negativa, dimostra che il concetto delle “due integrazioni” è la garanzia più forte per il nostro successo.

In primo luogo, la compatibilità reciproca è il prerequisito fondamentale

Le “due integrazioni” non sono una proposta inverosimile. Nonostante le loro origini distinte, il marxismo e la cultura tradizionale cinese mostrano una notevole congruenza. Ad esempio, i principi sociali di perseguire il bene comune per tutti, agire in buona fede ed essere amichevoli verso gli altri risuonano armoniosamente con gli ideali e le convinzioni del comunismo e del socialismo; i concetti di governo di considerare il popolo come fondamento dello Stato e di governare per virtù si allineano perfettamente con il principio politico di mettere il popolo al primo posto; e la pratica di scartare ciò che è obsoleto a favore del nuovo e di perseguire incessantemente l’auto-miglioramento corrisponde fedelmente allo spirito rivoluzionario dei comunisti. Il marxismo vede l’essenza dell’uomo dal punto di vista delle relazioni sociali, mentre nella cultura cinese le persone sono definite dalle relazioni con la famiglia, il paese e il mondo. Entrambi rifiutano l’idea di vedere gli esseri umani come entità isolate. La vera integrazione può essere raggiunta solo attraverso la compatibilità reciproca. È in questo senso che affermiamo che il Partito Comunista Cinese è un convinto sostenitore e praticante del marxismo, mentre lavora anche per mantenere viva e forte la cultura tradizionale cinese.

In secondo luogo, l’integrazione rappresenta un processo reciprocamente vantaggioso

L’integrazione va oltre la semplice giustapposizione; crea invece una nuova entità culturale organicamente unificata. Da un lato, il marxismo è entrato in Cina con le sue teorie avanzate, dando nuova vita alla civiltà cinese con la sua veridicità. Ha inaugurato la Cina nell’era moderna, rivitalizzando e modernizzando la cultura cinese. Concetti tradizionali come considerare il popolo come fondamento dello stato, tutte le regioni che condividono costumi e pratiche comuni, tutte le cose che vivono fianco a fianco e che arricchiscono le persone si sono trasformati in idee moderne di perseguimento della democrazia, forgiando un forte senso di comunità per il popolo. Nazione cinese, mantenendo l’armonia tra l’umanità e la natura e lottando per la prosperità comune. Questa trasformazione rivoluzionaria ha presentato una forma moderna di civiltà cinese. D’altro canto, la raffinata cultura tradizionale cinese ha arricchito il marxismo e facilitato le sue scoperte nell’adattarsi al contesto cinese e alle esigenze dei tempi su base continuativa, dotando il marxismo di caratteristiche e stile cinesi sempre più distintivi e facendolo incarnare il meglio della cultura cinese. cultura ed etica di quest’epoca. L’integrazione dei principi fondamentali del marxismo con la cultura tradizionale cinese consente al marxismo di mettere radici in Cina, modernizza la cultura tradizionale cinese e facilita l’emergere di una nuova cultura che funge da incarnazione culturale della modernizzazione cinese.

In terzo luogo, l’integrazione ha rafforzato le basi del nostro percorso

Cosa distingue il nostro socialismo? Cosa gli permette di prosperare con tanta vitalità? Le risposte risiedono nelle sue distinte caratteristiche cinesi, e l’essenza di queste caratteristiche è racchiusa nel concetto delle “due integrazioni”. Il percorso del socialismo cinese è fondamentalmente socialista, fondato sul marxismo. Gli elementi socialisti essenziali nella cultura cinese forniscono una base intellettuale per l’abbraccio del marxismo in Cina. Il percorso del socialismo cinese si allarga continuamente e la nostra determinazione a rimanere su questo percorso è incrollabile. Nella nuova era, una ragione significativa per i risultati storici e i progressi trasformativi compiuti dal nostro Partito e dal nostro Paese è la nostra adesione alle “due integrazioni”. Il percorso del socialismo cinese è stato tracciato sotto la guida del marxismo, basandosi sui 5.000 anni di civiltà della Cina. L’integrazione dei principi fondamentali del marxismo con il meglio della cultura tradizionale cinese ha dotato il percorso del socialismo cinese di maggiore profondità storica e ha ampliato le sue basi culturali. La modernizzazione cinese rappresenta un’ampia strada che porta a un paese forte e al ringiovanimento nazionale. Proprio come la modernizzazione cinese infonde alla civiltà cinese una vitalità moderna, il ricco patrimonio della civiltà cinese rafforza la modernizzazione cinese. La modernizzazione cinese cerca di costruire sull’antica civiltà cinese, piuttosto che cancellarla; si è sviluppato in Cina e non è stato importato da nessun altro paese; ed è derivato dal ringiovanimento, non dallo sconvolgimento, della civiltà cinese. La modernizzazione cinese è una nuova missione per la nazione cinese e consentirà alla civiltà cinese di risplendere di rinnovato splendore.

In quarto luogo, l’integrazione ha aperto nuovi spazi per l’innovazione

L’integrazione stessa rappresenta una forma di innovazione, ma apre anche la strada a importanti scoperte teoriche e pratiche. L’integrazione dei principi fondamentali del marxismo con il meglio della cultura tradizionale cinese ci ha permesso di mantenere sia l’iniziativa teorica che culturale, e di esercitare una forte influenza sul percorso, sulla teoria e sul sistema del socialismo cinese. Da questa prospettiva, possiamo osservare che i sistemi dei congressi popolari e della consultazione politica istituiti dal nostro Partito riflettono il concetto cinese del popolo come fondamento dello Stato, l’idea della partecipazione universale al governo, la tradizione del governo collaborativo e consultivo, e la saggezza politica di essere inclusivi e di cercare un terreno comune mettendo da parte le differenze. L’implementazione da parte della Cina di un sistema di autonomia etnica regionale all’interno di uno stato unitario, piuttosto che di un sistema federale, si adatta alla tendenza di sviluppo di fondo della nazione cinese verso la coesione interna e l’unità nella diversità. Porta avanti anche la tradizione cinese di lottare per una grande unità nel paese per vedere tutte le regioni condividere costumi e pratiche comuni in una ricca diversità e tutte le persone che si uniscono come un’unica famiglia. L’integrazione dei principi fondamentali del marxismo con il meglio della cultura tradizionale cinese è un’altra manifestazione del nostro impegno a liberare la mente. Ci consente di sfruttare appieno le preziose risorse della cultura tradizionale cinese per esplorare innovazioni teoriche e istituzionali orientate al futuro all’interno di un quadro culturale più ampio.

In quinto luogo, l’integrazione ha rafforzato la nostra identità culturale

L’identità culturale è essenziale per la preservazione e il rafforzamento continui della cultura di una nazione, per unire e ispirare le persone e per promuovere la creatività e l’influenza. Il PCC ha costantemente sottolineato l’importanza dello sviluppo culturale. Nella nuova era, abbiamo enfatizzato la fiducia nella nostra cultura insieme alla fiducia nel nostro percorso, teoria e sistema. La nostra fiducia culturale è radicata nella nostra identità culturale, stabilita dal popolo cinese sotto la guida del PCC in terra cinese. È fondato sulla trasformazione creativa e sullo sviluppo innovativo della cultura tradizionale, nonché sull’eredità della cultura rivoluzionaria e sullo sviluppo della cultura socialista avanzata. Nel creare questa identità, abbiamo tratto ispirazione dalle straordinarie conquiste della civiltà umana e integrato i principi fondamentali del marxismo con le realtà specifiche della Cina e il meglio della sua cultura tradizionale. La formulazione del Pensiero sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era incarna la nostra identità culturale. Questa identità ci ha dato un fermo senso culturale di sé e ha fornito un supporto fondamentale alla nostra fiducia culturale. Con questa identità culturale, il PCC acquisisce una forza culturale significativa per orientare le tendenze dei nostri tempi; la nazione e il popolo cinese hanno un solido fondamento culturale per l’identità nazionale; e la cultura cinese è dotata di caratteristiche distintive che facilitano gli scambi e l’apprendimento reciproco con il resto del mondo.

III. Meglio affrontare nuove missioni culturali

Dal 18° Congresso Nazionale del PCC nel 2012, il Comitato Centrale ha attribuito fondamentale importanza al progresso culturale nel guidare il nostro Partito e il popolo nel far avanzare la governance della nazione. Attraverso una dedizione incrollabile nel corso di questi anni, abbiamo assistito alla preservazione e allo sviluppo culturale adottando una nuova prospettiva e forgiando nuove frontiere. Sono stati fatti passi da gigante nello sviluppo di una forte cultura socialista.

Abbiamo continuamente approfondito la nostra comprensione delle leggi che governano lo sviluppo culturale attraverso l’esperienza pratica, proponendo una serie di nuove visioni, nuove idee e nuovi concetti. Queste idee cruciali riassumono teoricamente le pratiche del nostro Partito nel guidare lo sviluppo culturale nella nuova era, fornendo principi fondamentali per migliorare la nostra comunicazione pubblica e promuovere il progresso culturale. È imperativo sostenere, implementare e coltivare ulteriormente queste idee a lungo termine.

Giunti a un nuovo punto di partenza, dobbiamo persistere nel coltivare una cultura socialista forte e fiorente, nonché una moderna civiltà cinese. Questi rappresentano le nostre nuove missioni culturali nella nuova era. Qui vorrei affrontare tre punti.

1. Dobbiamo mantenere una salda fiducia nella nostra cultura

Solo la fiducia in se stessi porta al miglioramento di sé. Solo con la fiducia culturale una nazione può restare salda ed alta e attraversare grandi distanze. La civiltà cinese ha una storia ininterrotta che abbraccia migliaia di anni e una vitalità duratura nonostante numerose difficoltà. Questo è un miracolo della civiltà umana ed è anche la fonte della nostra fiducia. Una fiducia culturale incrollabile richiede di tracciare il nostro percorso. Per rafforzare la fiducia culturale, dobbiamo dare priorità agli sforzi volti a distillare intuizioni dalla nostra esperienza e trasformare queste intuizioni in distinte teorie cinesi, fondate sulle nostre grandi pratiche storiche e contemporanee. Non dobbiamo né seguire ciecamente i dogmi né adottare indiscriminatamente teorie straniere. Dovremmo piuttosto lottare per l’indipendenza intellettuale. Dovremmo rendere la fiducia culturale parte dell’etica e dei caratteri culturali cinesi caratterizzati da buon umore, razionalità e tranquillità.

2. Dobbiamo sostenere l’apertura e l’inclusione

Questi principi non sono solo una fonte di vitalità, ma anche un indicatore eccezionale di fiducia culturale. Sin dai tempi antichi, la vasta e profonda civiltà cinese ha beneficiato dell’apertura e dell’inclusività della cultura cinese. Questo atteggiamento richiede che impariamo in modo proattivo da tutte le conquiste della civiltà umana. La civiltà cinese non può sviluppare grande coesione e attrattiva a livello nazionale, né espandere la propria accessibilità e influenza all’estero, senza integrarsi con il progresso umano in altri paesi, sia nel passato che nel presente. Grazie ai nostri continui sforzi, siamo più posizionati che mai per affrontare adeguatamente le relazioni tra Cina e Occidente, nonché l’interazione tra civiltà antiche e moderne. Siamo più desiderosi che mai di creare risultati culturali che colleghino passato e presente e colleghino la Cina con l’Occidente. Dobbiamo adattare il marxismo al contesto cinese e alle esigenze dei tempi, mantenere vivo e forte il meglio della cultura tradizionale cinese, facilitare la localizzazione delle culture straniere e persistere nel coltivare una cultura socialista con caratteristiche cinesi nella nuova era.

3. Dobbiamo sostenere i principi fondamentali e aprire nuove strade

Nel settore culturale non perderemo la nostra strada né il nostro orientamento politico finché ci atterremo a questi principi fondamentali. Possiamo tenere il passo e anticipare i tempi solo se abbracciamo costantemente la creatività. Ciò che dobbiamo sostenere è il sistema fondamentale per garantire il ruolo guida del marxismo nel campo ideologico, il requisito fondamentale di integrare i principi fondamentali del marxismo con le realtà specifiche della Cina e il meglio della sua cultura tradizionale, la leadership del nostro Partito sullo sviluppo culturale, e l’identità culturale della nostra nazione. Dobbiamo sviluppare nuove idee, nuovi discorsi, nuovi meccanismi e nuove forme. Sotto la guida del marxismo, dobbiamo integrare abilmente il passato con il presente, attingere a esperienze straniere di successo, fare scelte informate attraverso il ragionamento dialettico e sviluppare il nuovo dal vecchio, ottenendo così una fusione perfetta delle culture tradizionali e contemporanee. Gli operatori culturali della nuova era devono essere sufficientemente onesti e intraprendenti per sostenere i principi fondamentali e aprire nuove strade, portare avanti le nostre tradizioni culturali e scrivere uno splendido capitolo per la Cina contemporanea.

Compagni, la migliore eredità della storia è la creazione della storia e il più grande tributo alla civiltà umana è la creazione di una nuova forma di progresso umano. Spero che tutti noi assumeremo la nostra missione e compiremo sforzi entusiasti e concertati per creare una nuova cultura dei nostri tempi e sviluppare una moderna civiltà cinese.

(Apparso originariamente sul Qiushi Journal, edizione cinese, n. 17, 2023)

Terza Guerra Mondiale? Attenzione al fattore “disperazione”.

di Giulia Bertotto per l’Antidiplomatico

“Terza guerra mondiale?” è la domanda che ci stiamo facendo da diverse settimane e “Il fattore Malvinas” è la risposta, -anzi l’incognita- che si sono dati Daniele Burgio, Massimo Leoni, Roberto Sidoli (“Terza guerra mondiale? Il fattore Malvinas” L’AD Edizioni 2024) in un’ordinata e dettagliatissima analisi sulla convivenza con la consapevolezza atomica dal 1945 ad oggi; un libro francamente irrinunciabile se non si vuole rischiare di saltare in aria senza almeno aver compreso come siamo arrivati a questo punto.

I fatti raccontati si sono succeduti mentre i due grandi blocchi atlantico e russo detenevano questa forza devastante, innanzitutto l’espansione della NATO verso Est dopo la Caduta del Muro, le promesse fatte a Gorbaciov mai mantenute e anzi le provocazioni imperialiste con le sue esercitazioni alle periferie di Mosca e le continue adesioni al Patto Atlantico.1945-2024. GLI USA AL GOVERNO DEL MONDO: DAI MICROBI ALLO SPAZIO (ANCHE VIRTUALE)

Dal 1945 ad oggi l’America ha sempre guardato fisso l’obiettivo di conservare il proprio dominio finanziario, la supremazia militare, l’egemonia ideologica sul mondo intero, impedendo la crescita di potenziali economie rivali e competitori bellici.  La Federazione americana ha approfittato degli antagonismi esistenti per inasprire i rapporti e fomentare le tensioni, così da indebolire le nazioni tra loro ostili, e ha organizzato colpi di stato Usa in ogni terra emersa, da L’Avana a Kiev. Anche nel nostro paese nel 1948 vinse la DC, cioè la CIA, supportata dai servivi americani in funzione anti Unione Sovietica[1]. Lo ha fatto attraverso il “business dell’antiterrorismo” (che però rappresenta anche una pesante voce di spesa), ingerenze arcobaleniche e rivoluzioni “colorate” in una “guerra cognitiva mondiale”. Non solo acqua, terra e cielo, ma assoggettamento della mente e del sistema valoriale: un softpower globale a stelle e strisce.

Lo status quo a vantaggio statunitense viene mantenuto attraverso politiche economiche mirate ad accrescere la disoccupazione in Europa e ad erodere la sovranità degli stati del nostro continente; impedire l’emancipazione europea è un interesse prioritario e in questa logica va letto anche l’attentato al gasdotto Nord Stream 2. Nel secondo dopoguerra abbiamo assistito al crescente e capillare legame tra servizi segreti e intelligenza artificiale nell’intesa con colossi come Amazon, Microsoft e Facebook per un dominio planetario online; è quella che viene chiamata politica-struttura cioè la politica intesa ed esercitata come “espressione concentrata dell’economia”. Veri e propri regimi digitali che profilano utenti-cittadini, impongono mode, condotte etiche, demonizzano nemici e celebrano martiri.

Attualmente, spiegano gli autori, sono solo tre le mega agenzie, le grandi fonti di informazione, da cui attingono tutte le agenzie nazionali in materia di notizie geopolitiche che a loro volta ingozzano i media di menzogne, e due sono legate allo stato profondo Usa. Spionaggio delle classi dirigenti e della popolazione, controllo delle informazioni attraverso cavalli di Troia virtuali, disordine militare, destabilizzazione ideologica e sociale, sanzioni e blocco economico: forse nessuno stato come Cuba ha subito attacchi su ogni fronte e in ogni ambito della vita civile.

Gli Usa si sono spesi alla conquista di nuove dimensioni: quelle dei microbi con l’ingegnerizzazione di virus e quella extraplanetaria con sonde e satelliti per il controllo siderale. Il Pentagono ha anche congelato sei miliardi di dollari della banca afgana, denaro di una popolazione poverissima. Gelido anche l’inverno nucleare che potrebbe piombare sulla terra a causa dello scudo di radiazioni nell’atmosfera. Guerre stellari e ipocrisie spaziali: per la “difesa della libertà” anche in orbita.

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IL PARADOSSO ATOMICO: L’ARMA DEFINITIVA SCONGIURA LA FINE DELL’UOMO

Guerra militare, guerra culturale, guerra dei dati, guerra dell’informazione e guerra spaziale. Come si posiziona oggi, in questo scenario, il rischio atomico?

Fin dalla fabbricazione della prima bomba sperimentale l’obiettivo nucleare degli Stati Uniti è sempre stata l’Unione Sovietica e non solo la Germania nazista. Ma dal caldissimo agosto del 1949 -quando anche l’URSS ha sviluppato il proprio ordigno atomico- il rischio reciproco ha provvisoriamente stabilizzato i rapporti di forza; il pericolo è stato cristallizzato nella Guerra Fredda, “l’equilibrio del terrore” ha evitato il genocidio di noi stessi. Il paradosso atomico chiamato “stallo nucleare” ha scongiurato la nostra estinzione; “in sintesi solo il potere atomico può bloccare il potere atomico” scrivono i nostri autori. Secondo alcuni storici, lo stesso Oppenheimer, a capo del progetto Manhattan, pur consapevole del potenziale distruttivo della bomba, era anche tentato dall’idea di forgiare un’arma definitiva, così spaventosa da responsabilizzare tutti gli attori in campo. Un’arma così drastica da obbligare alla pace, o meglio costringere alla diplomazia. La più tremenda arma di autodistruzione era anche paradossalmente il più solido deterrente al suicidio di massa. La pulsione di morte era stata disciplinata dal microscopico atomo.

2024 E FATTORE MALVIS: SÌ AL TERRORE, NO ALLA DISPERAZIONE

 Veniamo al 2024. Basta guardare un telegiornale e ci si accorge che oggi qualcosa è cambiato, l’equilibrio del terrore si è rotto. L’emergere dei BRICS, il regime change a Kiev, il genocidio del popolo palestinese, le sfide Usa contro la Cina a Taiwan riportano a galla l’incubo nucleare. Secondo gli autori, in questo quadro, l’auto-sterminio può essere evitato solo se non si aggiunge il fattore Malvinas, il sentimento di sconfitta americano. Purtroppo, secondo gli autori, la bancarotta d’oltreoceano sarebbe inevitabile a causa dell’aumento del debito pubblico, della stagnazione dell’industria, della disoccupazione e della bassa tassazione delle multinazionali. Gli Usa starebbero per cadere in una Grande depressione 2.0 e la mancanza di una via di uscita potrebbe indurli a farla finita, innescando una reazione a catena fino all’olocausto dell’umanità. Quindi, secondo questa tesi, Washington non deve arrivare al punto di non aver nulla da perdere. Perché se non si ha nulla da perdere non si ha nulla da temere, mentre il timore di perdere qualcosa è la distanza emotiva che separa da quel pulsante.

Gli autori avanzano però anche una proposta, una ponderata ricetta politica ed economica anti fallimento per gli Usa, un antidoto lungimirante alla probabile perdita di speranza e lucidità degli Usa. Un libro raggelante da cui imparare tantissimo, da leggere con le ultime notizie a portata di mano, tutti sintonizzati sulla fine del mondo.

[1] “La Schlein, quando era una studentessa, ha partecipato come volontaria a due campagne elettorali di Obama (2008 e 2012). Secondo alcuni biografi della segretaria del Pd, Elly Schlein, la sua rapida ascesa politica è stata agevolata e pianificata dall’agenzia Social Changes, vicina a Barack Obama, che ne ha promosso l’immagine sui media con grande efficacia. Per altri biografi, non vanno però trascurati sponsor di peso nel mondo dem, come Romano Prodi, e i rapporti del passato tra lo stesso Prodi e Melvin Schlein, padre di Elly, docente universitario americano: i due prof, entrambi classe 1939, hanno avuto modo per alcuni anni di collaborare e insegnare a Bologna nella John Hopkins University. Due tracce da seguire molto interessanti”. Su Italia Oggi al link https://www.italiaoggi.it/news/gli-sponsor-dell-ascesa-di-elly-2594409

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Deng Xiaoping e Xi Jinping: due giganti del pensiero-praxis marxista

Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli

Deng Xiaoping e Xi Jinping: due giganti del pensiero-praxis marxista

Un geniale rivoluzionario, sia sul piano teorico che pratico, come Lenin quasi un secolo fa e nel suo splendido trattato intitolato Estremismo, malattia infantile del comunismo aveva sottolineato come un processo continuo di autocritica dei propri errori costituisse sia un dovere imprescindibile che una prova importante del livello di maturità raggiunto da un partito rivoluzionario e comunista, riprendendo il filo rosso tracciato in questo settore di analisi da Marx nel 1852 e nell’altrettanto magnifico saggio politico, storico e teorico del Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte.

Questa tesi, che costituisce uno dei cardini principali del marxismo creativo contrapposto a quello dogmatico (come notò Stalin nel agosto del 1917, durante il sesto congresso del partito bolscevico) è stata compresa, studiata attentamente e ben utilizzata nella praxis concreta dal grande marxista cinese Deng Xiaoping nel quale, tra il 1967 e il 1977, riuscì via via a elaborare un bilancio critico-autocritico della pluridecennale storia dei partiti comunisti, a partire ovviamente da quello cinese,  e soprattutto un progetto globale rispetto a temi decisivi quali:

– il socialismo, prima e immatura fase della società comunista, da intendersi come regno del benessere anche materiale contro qualunque concezione pauperistica e ascetica;

– il rapporto dialettico tra mercato e pianificazione;

– la legalizzazione, come avvenne durante la NEP leninista del 1921-28, di un settore socio produttivo di matrice capitalista a fianco di quello predominante e socialista.

Nell’ottimo e stimolante libro di Davide Rossi, intitolato Deng Xiaoping e la Cina, si ritrova innanzitutto un interessante parallelo tra la dura vita di operaio condotta da Deng Xiaoping alla Renault, in Francia e dal 1924 e dal 1926, oltre che in Cina quando nel 1968-73 quest’ ultimo durante la rivoluzione culturale lavorò di nuovo in fabbrica, e la durissima vita di contadino del giovanissimo Xi Jinping nelle campagne cinesi .

Sul piano politico e ideologico risulta tuttavia centrale e decisivo sottolineare come il profondo pensiero di Deng Xiaoping rappresenti la penultima tappa del processo di sviluppo del marxismo creativo su scala mondiale, preparando fra l’altro le basi per il nuovo salto di qualità raggiunto dal pensiero di Xi Jinping, inteso come nucleo centrale del marxismo del Ventunesimo secolo, della nostra epoca.

La prima fase storica risulta ovviamente di matrice tedesca ed è stata iniziata dal 1843 e con eccezionale genialità proprio da Marx, avendo dopo la morte di quest’ultimo come suoi eredi e protagonisti principali Engels e il miglior Kautsky, quello degli anni compresi tra il 1883 e il 1895.

Preparato a lungo dalla brillante e profonda pratica analitica di G. Plechanov tra il 1882 e il 1900, che ebbe la sua vetta principale nel libro del 1895 intitolato Sullo sviluppo della concezione monistica della storia, il secondo periodo innovativo (1894-1936) risulta invece quello bolscevico con un Lenin in qualità di formidabile genio creativo, seguito prima e ripreso dopo il 1923 da Stalin: l’analisi concreta dello stato, dell’imperialismo, del partito comunista e della scienza dell’organizzazione, i criteri per la valutazione dei rapporti di forza, l’egemonia del proletariato durante la rivoluzione democratica e in quella socialista, il socialismo in un solo paese (Lenin del 1915 e il suo articolo Sulla parola degli Stati Uniti d’Europa), la sistematizzazione dopo il 1923 dei principi del leninismo, il processo concreto di costruzione del socialismo connesso strettamente, anche a livello teoretico, con il ruolo delle cooperative, dell’emulazione socialista e della pianificazione formano solo alcune delle gemme di una grande tappa di sviluppo del marxismo antidogmatico.

Negli anni compresi tra il 1937 e il 1956, invece, si assistette a una sorta di “condominio” sovietico-cinese in questo campo specifico, vista l’importanza assunta dalle teorizzazioni originali introdotte da Mao Zedong rispetto al ruolo dei contadini poveri nelle colonie-semicolonie oltre che riguardo alla guerra di popolo di lunga durata, alla pratica e alle contraddizioni che sorgono all’interno del popolo e a quelle che nascono durante il processo di edificazione del socialismo (Sui dieci grandi rapporti, 25 aprile 1956), assieme alla valutazione dialettica della figura di Stalin e dell’esperienza complessiva della dittatura del proletariato in terra sovietica.

Dopo un periodo di egemonia occidentale negli anni 1956/76, contraddistinta e segnata dal recupero fecondo e su larga scala del pensiero gramsciano, dal potente lavoro teorico di Lukäcs sull’ontologia e dalle idee stimolanti di Ernst Bloch sul principio speranza, oltre che dalle opere interessanti prodotte da Ludovico Geymonat, Frantz Fanon, Hans-Jürgen Krahl, Maurice Dobb e Samir Amin, Jean-Paul Sartre e Louis Althusser, di Oskar Lange, Joseph Needham, Paul Sweezy e James O’Connor, per citare solo alcuni tra i teorici più brillanti del periodo in via di esame, la pesante decadenza nella quale rischiava di cadere il processo di arricchimento del pensiero (e, a catena, della praxis) marxista venne evitata dalla nuova fase di sviluppo denghista, attraverso nuove analisi rispetto alla contraddizione principale del socialismo, al rapporto generale tra piano e mercato e all’interconnessione che si crea tra settore pubblico e privato all’interno della nuova “NEP cinese”.

A partire dal 2012 è iniziato il sesto momento storico di avanzamento del “cantiere” marxista, tappa particolare della quale stiamo cercando di esporre almeno alcuni degli assi fondamentali: e a questo punto si devono indicare alcuni criteri oggettivi, utili e necessari per valutare l’importanza e il valore storico-politico di un’ideologia come quella in oggetto.

Essa si rivela veritiera e valida, innanzitutto, costituendo quindi un effettivo processo di riproduzione e ricostruzione mentale (Ilienkov) del mondo nelle sue interrelazioni più importanti, della totalità dell’essere sociale nelle sue tendenze più rilevanti?

Nel giugno del 2020 lo studioso marxista He Yiting aveva notato giustamente che un nuovo livello di sviluppo del marxismo per il Ventunesimo secolo deve innanzitutto descrivere in modo corretto il mondo, le relazioni e i trend generali operanti su scala planetaria, fornendo la mappa e il filo di Arianna necessari a decifrare l’arcano mistero della nostra nuova era e dell’inizio del terzo millennio.

La “mappa universale” contenuta nel pensiero di Xi Jinping delinea innanzitutto le linee principali delle tendenze e controtendenze socioproduttive e politiche operanti nella Cina, e quindi di circa un quinto della popolazione mondiale, con la sua specifica unità dialettica tra un dominante, decisivo ed egemone settore produttivo di matrice pubblica (statale, municipalizzato, cooperativo, dei beni comuni, delle riserve di valuta stranieri, ecc.) e un subordinato segmento di relazioni economico-sociali invece capitalistiche, settore diviso a sua volta tra multinazionali straniere e borghesia autoctona; con la sua particolare combinazione dialettica tra i meccanismi di mercato e il processo di pianificazione a livello centrale e locale, che influenza seriamente e in modo costante la dinamica produttiva del gigante asiatico, come avviene anche attualmente con il quattordicesimo piano quinquennale di Pechino e i suoi obiettivi ampliati fino al 2035, piano e linee guida di cui gran parte della sinistra occidentale finge di ignorare persino l’esistenza.

Dopo la bella biografia riguardo al grande leader e teorico marxista Deng Xiaoping, ci aspettiamo ormai che Davide Rossi, teorico e storico di valore e uno dei dirigenti dell’abile e combattivo partito comunista svizzero, compia un’opera analoga in riferimento a Xi Jinping, principale dirigente del partito comunista cinese e forza motrice decisiva nel balzo in avanti del marxismo teorico a livello mondiale all’inizio del terzo millennio.

Xi Jinping e la visione marxista delle nuove forze produttive.

Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli

Xi Jinping e la visione marxista delle nuove forze produttive.

Il processo di sviluppo del marxismo del Ventunesimo secolo, imperniato sul pensiero di Xi Jinping, ha ormai acquisito un nuovo successo analitico attraverso l’introduzione della categoria teorica, basata dialetticamente sulla praxis sociale, delle “nuove forze produttive di alta qualità”.

Tale concetto ha assunto un ruolo rilevante nell’immaginario collettivo di centinaia di milioni di cinesi, oltre che di numerosi stranieri, soprattutto a partire dalle due sessioni dell’Assemblea Popolare Nazionale del marzo 2024: le nuove superforze produttive acquisiscono sul piano materiale un volto assai tangibile nelle auto cinesi già ora senza conducenti, nell’egemonia di Pechino rispetto alle comunicazioni quantistiche e all’intelligenza artificiale, oltre che nei capillari servizi di consegna robotizzato di cibo per i cittadini del gigantesco paese asiatico, solo per fare alcuni esempi riguardo alla dinamica attuale e in via di accelerazione del ciclo di  rivoluzione tecnoscientifica in corso.

Proprio il 5 marzo 2024 Xi Jinping, segretario generale del partito comunista cinese, ha dichiarato che “lo sviluppo di nuove forze produttive di alta qualità non consiste nel trascurare o abbandonare le industrie tradizionali. Bisogna prevenire la corsa precipitosa ai progetti e la formazione di bolle industriali, ed evitare di adottare un unico modello di sviluppo”. Ha inoltre sottolineato l’importanza di afferrare con fermezza il compito primario dello sviluppo di alta qualità e di sviluppare le nuove forze produttive di alta qualità in accordo con le condizioni locali. Di fronte a un nuovo ciclo di rivoluzione scientifica e tecnologica e di cambiamento industriale, occorre cogliere le opportunità, aumentare l’innovazione, coltivare e far crescere nuove industrie, anticipando la pianificazione e la costruzione industrie del futuro e migliorando il moderno sistema industriale.

Le nuove forze produttive di alta qualità sono una forza produttiva avanzata contemporanea, nata dallo sviluppo rivoluzionario delle tecnologie, da un’allocazione innovativa di fattori di produzione e da una profonda trasformazione e un aggiornamento industriale. La scienza e la tecnologia avanzate sono la forza trainante intrinseca per la generazione di nuove forze produttive di alta qualità; il loro sviluppo mira a soddisfare meglio il desiderio delle persone di una vita migliore, ad evidenziare la necessità di attuare completamente, accuratamente e in modo completo i nuovi concetti di sviluppo, a promuovere la trasformazione verde della produzione e dello stile di vita dell’intera società e a realizzare la coesistenza armoniosa tra uomo e natura, dando così più slancio allo sviluppo economico di alta qualità.

Le nuove forze produttive di alta qualità possono sembrare un po’ enigmatiche, ma in realtà possono essere viste ormai ovunque nella Cina odierna: dai pagamenti “face-swiping” nei minimarket, all’esperienza delle auto senza conducente, ai servizi di consegna di cibo robotizzati, all’intelligenza artificiale, alle comunicazioni quantistiche, all’ingegneria genetica e così via. Le nuove forze produttive di alta qualità sono entrate silenziosamente nella nostra vita e derivano non solo dalla trasformazione e dal potenziamento delle forze produttive tradizionali, ma anche dall’innovazione e dallo sviluppo della scienza e della tecnologia. Secondo il Global Innovation Index 2023 pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale, la Cina è al primo posto al mondo in sei indicatori.

Dal punto di vista delle catene industriali e di approvvigionamento globale, gli interessi dei vari paesi sono stati a lungo profondamente integrati. Lo sviluppo della Cina è inscindibile da quello del resto del mondo e lo sviluppo del mondo ha bisogno anche della Cina. Nell’accelerare lo sviluppo di nuove forze produttive di alta qualità, la Cina espanderà anche l’apertura di alto livello verso il mondo esterno, rafforzerà gli scambi e la cooperazione con il mondo e formerà a livello globale un ecosistema di innovazione aperta e competitiva.”[1]


[1] “Cina: promuovere lo sviluppo di alta qualità con le nuove forze produttive di alta qualità” 6 marzo 2024, in italian.cri.cn

C’è molto di nuovo sotto il Sole, almeno in terra cinese.

Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli

C’è molto di nuovo sotto il Sole, almeno in terra cinese.

La dinamica di avanzamento del pensiero di Xi Jinping, perno centrale nel cantiere aperto e creativo del marxismo del Ventunesimo secolo, sta infatti tenendo un ritmo sempre più accelerato: vi proponiamo pertanto un articolo di Xi Jinping pubblicato sul Quotidiano del Popolo di Pechino, nel quale si focalizza l’attenzione proprio rispetto all’innovazione teorica marxista del partito comunista cinese, innovazione “in un costante processo di arricchimento, sistematizzazione e razionalizzazione”.

Buona lettura da parte di Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli

Un articolo di Xi Jinping, segretario generale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (PCC), sull’apertura di una nuova frontiera nell’adattamento del marxismo al contesto cinese e alle esigenze dei tempi, sarà a breve pubblicato.

L’articolo di Xi, anche presidente cinese e presidente della Commissione militare centrale, sarà pubblicato quest’anno sul ventesimo numero del Qiushi Journal, rivista di punta del Comitato centrale del PCC.

Creare una nuova frontiera per adattare il marxismo al contesto cinese e alle esigenze dei tempi è un compito importante proposto dal 20° Congresso Nazionale del PCC ed è una responsabilità solenne e storica del PCC, osserva l’articolo.

Nel corso della sua storia secolare, il PCC ha ottenuto importanti risultati nei periodi di rivoluzione, costruzione e riforma, e ha portato il popolo a compiere compiti ardui che erano insormontabili per qualsiasi altra forza politica in Cina, si legge nell’articolo. Ciò è fondamentalmente dovuto alla padronanza da parte del Partito della teoria scientifica del marxismo e alla sua capacità di promuovere l’innovazione teorica facendo il punto sulle nuove realtà, consentendo al Partito di cogliere il potere della verità.

L’articolo rileva che, a seguito di una revisione dell’esperienza storica, il 20° Congresso Nazionale del PCC ha proposto ed esposto i metodi scientifici per far avanzare l’innovazione teorica del Partito, fornendo una guida di base per il lavoro a questo riguardo.

L’articolo chiede l’adesione all’anima e alla radice dell’innovazione teorica e afferma che il marxismo non può essere adattato al contesto cinese e alle esigenze dei tempi senza aderire al marxismo come anima e senza prendere come radice la raffinata cultura tradizionale cinese.

Dice che gli orizzonti dell’innovazione teorica dovrebbero essere ampliati, le menti aperte dovrebbero essere mantenute e l’ispirazione dovrebbe essere tratta da tutti i risultati eccezionali della civiltà umana per creare un quadro teorico arricchito che sia inclusivo e attinga dai punti di forza degli altri.

L’articolo sottolinea inoltre che l’innovazione teorica dovrebbe rispondere alle nuove sfide dei tempi. L’innovazione teorica deve essere avanzata sulla base dell’esperienza pratica, piuttosto che sulla base di un pio desiderio infondato. È necessario scoprire e sviluppare la verità attraverso la pratica, e attraverso la pratica realizzare e verificare la verità.

Le teorie innovative del Partito dovrebbero essere sviluppate per diventare più sistemiche e razionali, osserva l’articolo. Dice che lo sviluppo del pensiero sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era è un processo costante di arricchimento, sistematizzazione e razionalizzazione. Man mano che la sua pratica verrà portata avanti, l’innovazione teorica del Partito produrrà più risultati.

L’articolo sottolinea inoltre l’importanza di trarre la saggezza dell’innovazione teorica dalle creazioni delle persone. Dice che tutti i risultati ottenuti nell’adattare il marxismo al contesto cinese e ai bisogni dei tempi sono il frutto dell’esperienza pratica del Partito e della gente e della saggezza collettiva.[1]


[1] english.www.gov.cn/news

Rete quantistica: il primato mondiale cinese.

Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli

Rete quantistica: il primato mondiale cinese.

La comunicazione quantistica consiste in un metodo di trasmissione delle informazioni (scritti, immagini, ecc.) utilizzando qubit/quantum bit, ossia un’unità di informazione quantistica che può rappresentare simultaneamente zero oppure 1, a differenza dei bit dei computer tradizionali: il processo di computazione e comunicazione di tale genere sfrutta i principi della meccanica quantistica al fine che la comunicazione rimanga segreta e inviolabile rispetto a terzi.

Ora, anche in questo campo importante della praxis tecnoscientifica contemporanea, la Cina rappresenta di gran lunga il numero uno su scala planetaria, come hanno dimostrato sia l’esperimento satellitare sino-russo del dicembre 2023 che la super rete di Internet in via di costruzione a Hefei, in Cina.

Per quanto riguarda il secondo elemento, stiamo parlando di “Una rete internet così avanzata da essere velocissima, altamente sincronizzata a livello temporale e ultrasicura, al punto da rendere praticamente impossibile qualsiasi tentativo di intercettazione o manipolazione dei dati. È quanto sta cercando di prendere forma a Hefei, città di più di quattro milioni di abitanti nella parte orientale della Cina, diventata il palcoscenico della più avanzata rete di comunicazione quantistica mai creata. Come riporta un recente articolo non sottoposto al processo di revisione tra pari pubblicato sulla piattaforma Arxiv, infatti, è proprio in questa città che un gruppo di ricercatori della University of science and technology of China ha implementato per la prima volta una rete quantistica multinodo, composta da tre dispositivi quantistici e un server centrale che si estende su un’area di oltre dieci chilometri, aprendo la strada a un futuro in cui le telecomunicazioni e le trasmissioni di dati sensibili saranno virtualmente inviolabili.

La rete di Hefei presenta alcune similitudini con le tradizionali reti di comunicazione, in quanto utilizza fibre ottiche per la trasmissione di dati. Tuttavia, ciò che la rende rivoluzionaria è il modo in cui i fotoni viaggiano al suo interno: essi attraversano la rete in specifici stati quantistici, che codificano le informazioni in modi unici e altamente protetti. La chiave di questa infrastruttura è il cosiddetto entanglement, una caratteristica unica dei sistemi quantistici che consente di stabilire connessioni strettissime tra le particelle coinvolte, anche se separate da distanze enormi. Una rete di comunicazione progettata in questo modo non solo migliora esponenzialmente la sicurezza nella trasmissione dei dati, ma promette di rivoluzionare anche settori come la crittografia, la telemedicina e le comunicazioni governative. In particolare, in questo esperimento, i ricercatori hanno ottenuto l’entanglement tra due nodi distanti 12,5 chilometri, e questa connessione è rimasta intatta anche dopo che i dati hanno viaggiato avanti e indietro tra i due nodi stessi. Inoltre, sono stati creati legami di entanglement simultaneamente su tre collegamenti diversi, rappresentando, di fatto, quanto di più vicino esista a una rete internet quantistica altamente sicura”.[1]

Finora uno dei limiti della rete quantistica era il ristretto range, di circa 1000 chilometri nella trasmissione dei dati e delle informazioni, almeno fino alla metà del 2023: barriera tuttavia superata di quasi quattro volte alla fine del 2023 da parte di Cina e Russia.

“In un significativo passo avanti per la comunicazione quantistica, scienziati provenienti da Russia e Cina hanno dimostrato con successo la trasmissione di informazioni quantistiche tramite comunicazione satellitare. Questa innovazione arriva a seguito dei recenti successi nella comunicazione quantistica tramite fibra ottica sottomarina.

L’esperimento ha utilizzato il satellite quantistico cinese, noto come “Mozi”, che è stato in orbita dal 2016 ed è principalmente gestito dall’Accademia Cinese delle Scienze. La collaborazione tra scienziati russi e cinesi è iniziata nel 2020, portando a un esperimento completo di comunicazione quantistica nel marzo 2023. Il test ha coinvolto la distribuzione di messaggi crittografati tra due stazioni a terra, sfruttando le chiavi di crittografia del satellite Mozi.

Contrariamente alle aspettative sensazionalistiche, i messaggi codificati utilizzati nel test erano relativamente innocui, mostrando una citazione del filosofo cinese Mozi e un’equazione del fisico sovietico Lev Landau. Il recente test di comunicazione quantistica “a ciclo completo” del 14 dicembre 2023 ha anche coinvolto la trasmissione di immagini codificate con chiavi quantistiche.

La comunicazione quantistica, che utilizza “qubit” invece dei tradizionali “bit”, ha un enorme potenziale per la trasmissione sicura dei dati. I qubit sono altamente vulnerabili alle interferenze esterne, rendendo più facile rilevare eventuali intercettazioni o manomissioni. Sfruttando i principi della meccanica quantistica, queste comunicazioni rimangono irrompibili senza essere rilevate.

Sebbene il range efefctivo delle tecnologie di trasmissione dei qubit sia attualmente limitato a circa 1.000 chilometri a causa della perdita di fotoni, i progressi nella comunicazione satellitare hanno esteso notevolmente questo range. Il recente test di successo ha coperto una distanza di oltre 3.800 chilometri, dimostrando che le reti internazionali di comunicazione quantistica sono nell’ambito delle possibilità.

Sebbene i risultati ottenuti siano dirompenti, l’applicazione pratica della comunicazione quantistica per consumatori, aziende e governi è ancora lontana. Le limitazioni dei computer quantistici e le debolezze del range nelle tecnologie attuali ostacolano una diffusa adozione. Tuttavia, questi progressi aprono la strada a futuri sviluppi e aprono possibilità di reti di comunicazione quantistica collaborative tra i paesi.

Alexey Fedorov dell’Università Nazionale delle Scienze e della Tecnologia della Russia e del Russian Quantum Center sottolinea l’utilizzo potenziale delle reti di comunicazione quantistica per la ricerca scientifica. Sebbene l’implementazione diffusa possa richiedere tempo, Fedorov esprime l’interesse del settore finanziario russo e accenna alla possibilità di una rete di comunicazione quantistica tra le nazioni dei BRICS in futuro”.[2]

La Cina e i BRICS plus stanno dunque sviluppandosi in ogni settore, indebolendo pertanto oggettivamente il decadente imperialismo occidentale.


[1] “Come funziona la più avanzata rete quantistica del mondo” ,25 settembre 2023, in wired.it.

[2] “Russia e Cina dimostrano con successo la comunicazione quantistica tramite satellite “, 4 gennaio 2024, in isp.today

La Via della Seta digitale e il Sud del mondo.

Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli

La Via della Seta digitale e il Sud del mondo.

Un aspetto sempre più rilevante del gigantesco progetto planetario delle Vie della Seta cinesi riguarda il processo di condivisione cooperativa tra nazioni nel settore digitale, nel quale finora troppe nazioni del mondo sono rimaste sempre più indietro rispetto alle metropoli imperialiste.

Internet, rete 5G e Intelligenza Artificiale costituiscono il vero e concretissimo “triangolo magico” del mondo realmente egualitario e condiviso, della reale praxis antimperialista che da un decennio Pechino vuole diffondere su vasta scala nel Sud del pianeta.

I massmedia del partito comunista cinese hanno notato che “attualmente, la società umana si trova ad affrontare la quarta ondata dell’evoluzione industriale caratterizzata da digitalizzazione, networking e intelligentizzazione. A causa del divario digitale, molti paesi in via sviluppo non possono godere pienamente delle opportunità e dei risultati portati dai mutamenti della tecnologia digitale, ciò impedisce il loro passo verso la modernizzazione.

Un aspetto importante dell’obiettivo dell’interconnessione dell’Iniziativa Belt and Road è quello di promuovere l’ampia cooperazione tra i paesi co-costruttori nei campi di tecnologia, infrastrutture e mercato digitali.

Nell’arco dell’ultimo decennio, le stazioni di base per il 5G, i centri di dati e di cloud computing e i progetti di città intelligente sono stati realizzati in molti paesi; i porti, le ferrovie, le strade e le infrastrutture idrauliche di molti paesi co-costruttori sono stati rinnovati e ristrutturati; la Cina ha firmato con una ventina di paesi il memorandum d’intesa di cooperazione sulla costruzione della Via della Seta digitale. Questi progetti non solo hanno innalzato in modo significativo il livello della digitalizzazione e dell’informatizzazione delle infrastrutture di questi paesi, ma ha anche migliorato la vita di molte persone. 

Dopo dieci anni di accumulo, la cooperazione nell’economia digitale nel quadro della  Belt and Road si trova a un nuovo punto di partenza.

Durante il terzo Forum della Belt and Road per la cooperazione internazionale, la Cina e i paesi interessati hanno pubblicato insieme l’“Iniziativa di Beijing per la cooperazione internazionale dell’economia digitale nel quadro della Belt and Road” raggiungendo 20 consensi in termine delle infrastrutture, della trasformazione industriale, della capacità digitale e del meccanismo di cooperazione, che hanno aperto nuovi canali di cooperazione dell’economia digitale. Secondo gli analisti, sullo sfondo della tendenza dell’antiglobalizzazione, lo sviluppo di e-commerce e dei servizi digitali aiuterà di superare le barriere commerciali, di rinvigorire il commercio e promuovere la crescita dell’economia mondiale.

La Cina ha anche presentato l’“Iniziativa per il governance globale dell’intelligenza artificiale”, che enfatizza che tutti i Paesi, grandi o piccoli, forti o deboli, e non importano i loro sistemi sociali, hanno lo stesso diritto di sviluppare e utilizzare l’IA. Ciò riveste un significato importante per migliorare la governance digitale globale. ( )”Via della Seta digitale accelererà la modernizzazione “.[1]

Su tale tematica le circa 150 nazioni, ben tre quarti del totale mondiale, che fanno parte del progetto Belt and Road hanno raggiunto un’ampia cooperazione reciproca, come verificatosi a Pechino nell’ottobre 2023, al terzo Forum delle Vie della Seta, con la stipulazione di centinaia di accordi – anche e specialmente in campo tecnologico – tra i paesi partecipanti.

Il processo di cooperazione si sta allargando a tutti i settori, ivi compreso quello marittimo.

Ad esempio “il 26 ottobre a Quanzhou, nel Fujian, si è tenuto il Forum per la cooperazione giudiziaria della Via della Seta marittima. L’evento, dal tema “costruire insieme la Via della Seta marittima per promuovere una cooperazione giudiziaria di alta qualità”, è stato organizzato dalla Corte suprema popolare della Cina, e ha attratto la partecipazione di un centinaio di rappresentanti provenienti da 11 Paesi, che hanno proceduto ad uno scambio di vedute sul ruolo della corte suprema nella salvaguardia della giustizia e nell’innalzamento dell’efficacia, nello sviluppo innovativo del meccanismo per la soluzione delle liti commerciali internazionali, nell’economia digitale, nell’e-commerce lungo la Via della Seta, nella risoluzione online delle liti e nell’ottenimento delle prove per i reati transfrontalieri.

Secondo quanto appreso, finora la Cina ha firmato 171 trattati sull’assistenza giudiziaria con 83 Paesi, la cui sfera di cooperazione copre oltre 130 Paesi”.[2]

Temendo anche la crescente espansione delle Vie della Seta digitali, “gli Stati Uniti hanno avviato una serie di restrizioni contro i giganti cinesi, creando qualche rallentamento. Huawei ha avuto difficoltà a ottenere i chip necessari alle apparecchiature di rete. Ma fin qui, dice Arcesati, “non c’è stata una frenata clamorosa, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo”. Anche perché le aziende cinesi hanno saputo rimodellare la propria offerta, concentrandola sempre di più su forniture di servizi digitali: cloud, centri dati per la pubblica amministrazione, sanità, istruzione. Meno maxi investimenti, più progetti mirati in linea con la più ampia strategia economica cinese dello sviluppo in alta qualità. “Un po’ come quando il ministro degli Esteri Wang Yi ha parlato di piccoli e bellissimi progetti”, evidenzia Arcesati. E anche quando aziende nel mirino hanno venduto alcune unità d’affari, come fatto da Huawei sui cavi sottomarini, queste sono passate comunque ad aziende statali cinesi.

Tra le aree più coinvolte dal progetto cinese, come detto, c’è l’Africa. Huawei ha costruito un centro di cloud computing in Egitto e la Cina sta aumentando i finanziamenti al settore delle telecomunicazioni egiziano. In fase di costruzione una nuova smart city, situata tra il Nilo e il Canale di Suez. Ma Il Cairo sembra interessato anche al modello di governance digitale cinese, per applicarlo sul fronte interno e mettere in “sicurezza” la Rete e non solo. Huawei sta costruendo l’infrastruttura di rete 5G in Zambia, dove ha un centro che raccoglie e processa i dati del governo locale. CloudWalk ha invece sviluppato un sistema di riconoscimento facciale per lo Zimbabwe”.[3]


[1] “Via della Seta digitale accelererà la modernizzazione”, 21 ottobre 2023 , in Italian.cri.cn

[2] “Quanzhou, Forum sulla cooperazione giudiziaria della Via della Seta marittima” 26 ottobre 2023, in Italian.cri.cn

[3] L. Lamperti, “Cosa vuole fare la Cina con la Via della Seta “, 18 ottobre 2023, in wired. it

LA TERZA GUERRA MONDIALE? IL FATTORE MALVINAS.

È già possibile ordinare e acquistare il nuovo libro “Terza guerra mondiale? Il fattore Malvinas”, l’AD Edizioni, di Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli, al seguente link: https://www.ladedizioni.it/prodotto/la-terza-guerra-mondiale-il-fattore-malvinas/,

Buona lettura da Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli

Quanto manca alla Terza guerra mondiale?

La prima tesi di questo libro evidenzia che, con una volontà di dominio planetario, gli Stati Uniti potrebbero considerare un attacco nucleare preventivo contro Cina e Russia se avessero una schiacciante superiorità atomica. La seconda tesi sostiene che, in assenza di tale superiorità e in condizioni interne normali, l’élite statunitense eviterebbe un conflitto nucleare. La terza tesi suggerisce che, in presenza di una crisi economica-sociale imminente, l’ala più estrema dell’élite statunitense potrebbe optare per il “fattore Malvinas” come estrema soluzione. La quarta tesi prevede che gli Stati Uniti affronteranno una supercrisi economico-sociale entro il 2030, con la rete di protezione statale logorata e inefficace. La quinta tesi propone che un possibile Piano Marshall cinese, supportato dai BRICS, potrebbe prevenire l’emergere del “fattore Malvinas” e quindi evitare un’apocalisse atomica.